«L’abbandono è la conseguenza di un insieme di cause tra cui l’irregolarità nelle frequenze, i ritardi alle lezioni, la non ammissione all’anno successivo dovuta a vari fattori indipendenti come una malattia o un infortunio che allontanano lo studente dalla frequenza», ha riferito Giordano, snocciolando dati preoccupanti: «L'abbandono scolastico precoce, che nel 2010 era al 14,4% nell’UE e al 19,2% in Italia (dati medi), nel nostro Paese è maggiormente riscontrato nell’ambito della scuola superiore, già tra la prima e la seconda classe.
Alla base del disagio, «la poca chiarezza di idee sul futuro; lo scarso aiuto da parte degli insegnanti delle medie nell’orientamento e nella distinzione di prospettiva futura; la presenza di amici che abbiano già scelto di frequentare un determinato corso in una data scuola; la situazione socio-economica della famiglia di appartenenza».
Ma conta anche la crisi attuale, che secondo il presidente di Adiconsum «comporta spesso un’aggravante per quanto riguarda il fenomeno di dispersione e di abbandono scolastico: l’istruzione che lo stato sociale garantisce a tutti è comunque legata a una spesa da parte della famiglia che comporta normalmente un’attenzione particolare soprattutto nei periodo dell’anno in cui ci si prepara ad affrontare il nuovo ciclo scolastico, fattori esterni al percorso scolastico, ma diretti e d’impatto sul nucleo famigliare d’appartenenza, come la perdita del lavoro da parte di un genitore, la cassa integrazione, la diminuzione del reddito, possono comportare gravi ripercussioni nel mantenimento degli standard scolastici.
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